Dio, dove sei? Giovani in ricerca

la recensione del Libro del mese pubblicata su Camminiamo Insieme giugno 2024

La domanda (nascosta) dei giovani

Un’agevole pubblicazione raccoglie alcuni articoli di Avvenire sull’atteggiamento dei giovani in tema di fede, a partire dall’inchiesta dell’Istituto Toniolo di cui accenna l’editoriale e che tratteremo più diffusamente sul prossimo numero.

Un piccolo volume per grandi interrogativi: la lettura della realtà giovanile che emerge in questa pubblicazione è davvero interessante e per molti aspetti sorprendente.
Ancora una volta Paola Bignardi – che ha curato il libro – ci offre una presa diretta sulla realtà giovanile, con lo sguardo positivo di chi osserva, cerca di capire e si lascia sollecitare dai cambiamenti in corso.

Quella che descrive è una realtà in movimento. I giovani incontrati hanno per lo più preso le distanze dalla Chiesa, dai suoi luoghi, dai suoi riti, ma non per questo hanno smesso di porsi grandi domande: sul senso della vita e del nostro destino; sul perché del dolore; sul futuro che ci attende, su quello che loro potranno e sapranno diventare. E su Dio. Qualcuno parla di spiritualità come di un viaggio alla ricerca di sé, un viaggio interiore per trovare uno stato di armonia e di benessere, capire meglio la realtà, raggiungere la felicità.

Le storie sono tante e tutte originali: si scopre un mondo composito, fatto spesso di solitudine, di inquietudini e anche di sofferenze, di desideri e insieme di grandi valori acquisiti e di ricchezza umana. In molti riconoscono il valore delle esperienze vissute in parrocchia, che ad un certo punto non sono più risultate adeguate ad accompagnare una ricerca personale fattasi esigente e critica: la voglia di capire, di esporre dubbi, di crescere non trovava lì interlocutori adulti capaci di mettersi accanto, di ascoltare davvero, di accompagnare.

Qui sta forse il vero punto di forza di questo lavoro: ci si è messi in ascolto, ai giovani è stata data la parola, in estrema libertà; senza diffidenza, senza pregiudizi. Interessava davvero sapere della loro vita, di quello che accade dentro di loro.
E la prima scoperta è che – dentro di loro – tante scelte di allontanamento non sono state fatte a cuor leggero. Forse la vita comunitaria che offriamo non riesce più ad essere vivace e significativa, adeguata a questi giovani, come era un tempo per altri giovani.

Nella presentazione però la Bignardi ci mette in guardia: «A qualche lettore potrà sembrare che le riflessioni che seguono siano pessimiste. Non solo non lo sono perché nascono dall’osservazione diretta della realtà e dall’ascolto dei protagonisti, ma soprattutto perché nelle parole dei giovani vi è una domanda di autenticità, che è una parola di speranza… I giovani stanno dicendo che se la Chiesa vuole parlare con la gente di oggi deve diventare Chiesa di oggi».
Una parola di speranza anche per noi. E un bell’impegno, per tutti.

Alessandra